Iberia se plantea dejar de volar a La Habana, Santo Domingo y Puerto Rico

Iberia está estudiando dejar de volar desde Madrid hacia La Habana (Cuba), Santo Domingo (República Dominicana) y San Juan (Puerto Rico), según han asegurado a preferente.com fuentes del sector. El motivo es la baja rentabilidad de estas conexiones.

De momento la compañía ni confirma ni desmiente la desaparición de estas tres rutas al Caribe y se limita a señalar que “la reestructuración de rutas está en estudio” y asegura que cuando la decisión esté tomada “la haremos pública”.

Fonte: http://www.preferente.com/noticias-de-transportes/noticias-de-aerolineas/iberia-se-plantea-el-cierre-de-las-rutas-a-la-habana-santo-domingo-y-costa-rica-235052.html

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A sud del confine documentario Oliver Stone

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Lista de Espera

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Notturno Avana al cinema

Notturno Avana al cinemaEric Eisner, Gil Adler e Shane McCarthy produrranno Havana Nocturne, una gangster story ispirata a Notturno Avana, un romanzo di T.J. English.
Ambientato a Cuba negli anni ’50, Notturno Avana è incentrato su un gruppo di gangster, tra cui Meyer Lansky, che con la complicità del presidente Fulgencio Batista, trasformarono l’isola in un paradiso di divertimenti sfrenati, tra casinò e night club. Sfortunatamente per loro, gli affari si conclusero con la fine del regime di Batista e la rivoluzione cubana di Castro, che tra le altre cose dichiarò guerra alla mafia cubana.

La sceneggiatura della pellicola è stata affidata a Matt Cirulnick, secondo il quale c’è l’intenzione di fare di Cuba la vera protagonista di Havana Nocturne. Per Eric Eisner invece il film sarà incentrato soprattutto sul gruppo di gangster che, tramite i loro affari illegali, tentarono di esercitare il loro controllo sull’isola, e sulle loro reazioni quando i loro piani alla fine non andarono come previsto

fonte: http://www.movieplayer.it/film/news/notturno-avana-al-cinema_9737/

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Capitalismo tropicale

da internazionale.it

Florence Beaugé, Le Monde, Francia

Le riforme economiche cominciano a produrre qualche effetto. Molte persone aprono attività private, soprattutto legate al turismo. Ma nelle campagne non è cambiato nulla.

Mercedes ha trovato la soluzione per evitare di scendere due piani di scale del suo palazzo decrepito. Ogni volta che suonano al citofono, appende le chiavi a una corda e le cala dalla finestra. Calle Consolado, nel quartiere di Centro Habana, sembra la scenografia di un film. Centro Habana non è bello come L’Avana vecchia, tutta restaurata, né come le zone residenziali di Vedado o Miramar. Si tratta di un quartiere popolare abitato da neri e meticci, che mostra uno spaccato di vita della società cubana e dei cambiamenti che stanno avvenendo nell’isola negli ultimi tempi. Continua a leggere

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Un amico da Cuba

Pubblico molto, molto volentieri una lettera di una amico italiano che vive e lavora a cuba da anni e che non ho ancora avuto la fortuna di conoscere di persona. Critica aspramente alcune mie posizioni, una cosa che apprezzo e che favorisce l’approfondimento di un argomento interessante e stimolante come la storia e la condizione di Cuba e dei suoi abitanti. Grazie Wayne.

L’articolo in questione è sull’istruzione cubana: “Con Fidel nel sussidiario”

“Caro Pietro,
Ti scrivo perche’ ho visto che non ho possibilita’ di farlo direttamente sul blog di VS ed e’ giusto perche’ senno’ tutti potrebbero scrivere quello che vogliono, come hai fatto tu nell’analisi sulla scuola cubana.
Probabilmente questa mia non sara’ pubblicata ma comunque ho il dovere di scriverla e al limite mandarla , come d’altronde faccio sempre, alle persone che vogliono sentire anche l’altro rintocco della campana. Continua a leggere

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La mia Cuba su Google Map

Noterete molti segnalibri che indicano HTL, abbiate pazienza mi servivano per lavoro…

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Manco fossi Lonley Planet

Trinidad è bella, bellissima. Una piccola perla antica e preziosa, fatta di stretti vicoli ciottolati e di sontuose dimore finemente arredate. Incantevole insomma.

Ma per essere sincero devo ammettere che qui i “jineteros” (insistenti “venditori”) sono molti e molto agguerriti. Se arrivate dall’Avana dove è più facile confondersi tra i residenti stranieri, qui sarete, come turisti, facilmente identificabili. Trinidad è un piccolo paese, un tempo ricchissimo ed ora che lo zucchero non produce più immense fortune, il turismo è una delle poche risirse della città. Difficile quindi non comprendere le ragioni di questi fastidiosi comportamenti ed in fondo giustificarli. Continua a leggere

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Pensieri sparsi su TRF

E mi ritrovo qui in un ennesimo lungo trasferimento attraverso l’isola a chiedermi dove e’ finita la rivoluzione cubana e che cosa arriverà dopo.
Me lo chiedo su questo bus cinese nuovo di pacca che sfreccia di fronte alle fermate di cubani in attesa da ore di un trasporto fatiscente torrido e sovraffollato. Me lo chiedo guardando flotte di ciccioni canadesi ubriachi nelle piscina di un mostro achitettonico di Varadero, osservando l’arroganza di un sessantenne europeo al check in. Di fianco a lui una ventenne, cubana, bellissima.
A pensarci la rivoluzione e’ stata fatta per ridare Cuba ai cubani, scacciare la mafia dall’economia, debellare l’ignoranza e la prostituzione da un posto che veniva considerato il “bordello degli stati uniti”.
E dove sono finiti i nobili propositi? Continua a leggere

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Con Fidel nel sussidiario

Ho fatto un giro in una scuola elementare di un paesino vicino a Camaguey. Pulita ed ordinata, mi ha dato l’impressione di essere ben organizzata, priva di grandi strumenti ma dotata di aule spaziose ed una bella mensa, il tutto circondato da un piccolo giardino.
La scuola cubana e’ famosa in tutto il mondo per essere una delle piu’ avanzate. Gli investimenti sono sempre stati ingenti ed i programmi molto all’avanguardia. Insieme alla Sanita’ pubblica, l’istruzione e’ stata il vanto del governo cubano, simbolo dell’impostazione socialista dello stato stesso.
Ma i tagli di budget dovuti alla crescente crisi economica, ormai cronica, hanno costretto le scuole a delegare parte delle lezioni su video: in ogni classe campeggia un grosso televisore su cui compare un insegnante in “cassetta” al posto di uno in carne ed ossa. La trovata e’ stata giustificata come una forma di egualitarismo tra scuole di campagna e scuole di citta’, una scusa che evidenzia quanto il sistema stia soffrendo una crisi profonda.
Sfoglio un paio di quaderni, uno di grammatica: la meta’ degli esercizi usano frasi riguardanti la rivoluzione. Al posto di “Carla che mangia le mele” e “Marco che gioca con il gatto” qui abbiamo “Fidel che guida la rivoluzione di Cuba” e “Cienfuegos che lotta per la patria”. Un orgoglioso maestro mi srotola sulla lavagna la cartina della Rivoluzione Cubana: lo sbarco del Gramma e le tre colonne di guerriglieri, tratteggiate in colori diversi, dalla Sierra maestra fino all’Avana.
Fa un po’ impressione. C’e molta propaganda in questa impostazione formativa, un “indottrinamento” esagerato per un bambino delle elementari. Ma a pensarci bene questa e’ la loro “storia”, la fondazione dell’attuale forma di stato nazionale, nel bene e nel male. Qualcuno potrebbe mai stupirsi per una lezione sullo “sbarco dei mille” in una scuola italiana?
Una foto del Che mi ricorda che in fondo tutto era partito in maniera diversa, che nessuno voleva chiudere gli ideali di liberta’ in questo regime di socialismo caraibico, che nessuno in quei primi mesi del 1959 avrebbe mai pensato che la grande rivoluzione del popolo e per il popolo venisse raccontata ai bambini del 2011 in un VHS da 50 minuti.
Una bella storia in fondo, dall’evoluzione inaspettata e dal finale incerto, i cui registi sono rimasti senza più scenografie e con milioni di comparse che hanno oramai dimenticato il titolo del loro film: Hasta la victoria…

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Una suite per la Rivoluzione

8 gennaio 1959 La Havana, Cuba

“Scusa Fidel, ma stanotte dove dormiamo?” domando’ Camilo Cienfiegos. “Mmmm…Chiama l’Hilton e vedi se hanno camere libere” rispose il comandante. Continua a leggere

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Microeconomia Cubana

Dunque, il calcolo e’ facile, la deduzione banale.
Un CUC (il peso convertibile cubano) vale 24 CUP, il peso nazionale con cui lo stato paga i suoi dipendenti. Siamo in uno stato di socialismo reale quindi quasi tutti i cittadini sono dipendenti pubblici. Lo stipendio medio si aggira intorno ai 400 CUP, 11 €, diciamo 16 CUC più o meno.
Sono a Camaguey, in centro, faccio un giro nella nuova strada pedonale di fronte al mio “Grand Hotel”. Vi sono tre negozi che espongono i medesimi elettrodomestici. Spicca una lavatrice, credo cinese, che costa 280 CUC. Quindi costa più o meno un anno e mezzo di stipendio medio. Considerando uno stipendio medio europeo a 1300€ al mese e’ come se a Cuba una lavatrice costasse come un’automobile in Europa.
La domanda e’: visti i prezzi esagerati rispetto agli stipendi ufficiali, a chi le vendono tutte queste lavatrici?
L’economia cubana diventa ogni giorno più ridicola e piu’ tragica, il governo si prende in giro da solo facendo finta di non vedere l’immenso sommerso che, insieme alle rimesse dall’estero, tiene in vita l’intero paese.

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Un tuffo in centro

L’Avana inizia ad essere molto calda e molto umida. Siamo a maggio e dopo una giornata di vagabondaggio per il centro vi sentirete distrutti, accaldati ed un poco stanchi della confusione intorno a voi. Tornare in hotel vuol dire perdere tempo soprattutto se alloggiate al vedado o a miramar. Che fare quindi?
Andate al Capitolio, l’imponente edificio neoclassico un tempo sede del potere “batistiano”, e chiedete del’hotel Saratoga. Viene considerato il migliore della città ed anche uno dei più cari. Datevi una sistemata, non portate zaini troppo voluminosi ed entrate decisi. La guardia all’ingresso si chiederà chi siete. Non dategli il tempo di farvi la domanda: “mi scusi signore, alloggia in questo albergo?”
Dirigetevi senza esitazione verso destra, la hall e’ piccola, non potete sbagliarvi e nemmeno dare l’idea di non conoscere l’ambiente. Andate all’ultimo piano, ed usciti dall’ascensore girate a sinistra dove troverete i bagni dove cambiarvi. A questo punto sarete pronti per un tuffo in piscina ed un mohito gelato. Nessuno vi chiedera’ nulla.
Con 5 Cuc potrete ammirare il sole tramontare dietro l’antico parlamento, immersi nell’acqua con in mano un bicchiere gelato!
Mi raccomando, non spargete la voce…

Ps. scelta dell’autore: se proprio volete esagerare scegliete il Parque Central al posto del Saratoga, su una torretta sovrastante la piscina c’e una piccola vasca idromassaggio con una vista spettacolare su tutta la città.

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La polo Benetton di Fidel

L’Avana vecchia mi ricorda St. Louis in Senegal.
“Sembra una nobile signora, un tempo raggiante che ha subito malamente il passare del tempo” scrivevo sul mio blog del viaggio torino-citta del capo. Ma la signora che guardo oggi qui a Cuba e’ stata mille volte più nobile, piu’ bella e piu’ radiosa. Perdersi attraverso le rughe del suo volto, lungo le sue strette vie e’ un viaggio incredibile nella storia.
L’Havana vieja e’ un posto perso nel tempo fatto
di inaspettate piazze e piccoli angoli di passato. Sembra quasi finto: imponenti palazzi spagnoli, freschi chiostri e piccoli porticati nascosti da spessi portoni chiodati, giardini interni dove piante infestanti invadono rari tronchi tropicali.
Gli spagnoli costruirono tutto questo sfruttando per secoli l’isola e le sue risorse, sterminando gli indigeni (tainos) e rapinandoli di fatto del loro futuro. E di soldi devono davvero averne fatti a palate vista le bellezza e la maestosità di questo “centro storico”.
Ma il fascino decadente di un posto dimenticato e lasciato all’incuria di una rivoluzione non riuscita, sta velocemente mutando il suo volto. Proprio con la consulenza architettonica spagnola il governo cubano ha da tempo iniziato la ristrutturazione della città vecchia e dei suoi gioielli, ripavimentando le sue strade, aprendo musei e ristoranti.
Si nota subito. Cammino per i portici di Plaza Vieja stupito dagli stucchi freschi di pittura, dai colori pastello e dal lastricato ordinato. A tratti ho l’impressione di stare in uno di quei perfetti ed un poco finti paesini della costa azzurra. Da lontano scorgo davanti a me un logo familiare. Non ci credo ma piano piano, avvicinandomi ne ho conferma United colors of Benetton.
Mi fermo, incredulo: “Ah. Allora e’ vero, siamo alla fine…”
Forse, ma la strada sembra ancora lunga. Basta andare un po piu in la, verso la stazione, verso il Capitolio, per vedere edifici puntellati sull’orlo del crollo metafora del paese intero.
Per adesso abbiamo parte del centro in ristrutturazione e Fidel che, smessa la divisa verde oliva, veste una polo di firma italiana.
Per la libertà ci andra’ ancora un po…

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MisticAir France

Questo volo non finisce più.
Ho guardato 4 film, di seguito e letto tutta l’adolescenza della biografia di Fidel, un mattone che mi sono portato dietro.
Mi sento rintronato ed annoiato anche se in fondo mi piace questo spazio sospeso fuori dal tempo e dalle sue scadenze. Essere ostaggio di Air France per dieci ore ha un grande pregio: essere obbligati a non avere fretta.
Come in una prigione, isolati dal mondo, non si ha nulla da fare, bisogna oziare per forza. Il tempo si dilata lasciando spazio ai pensieri, ai ricordi, ai progetti. Come un pollo in batteria mangio ogni 4 ore intervallando film, letture e qualche pagina di scritti. Tutto il resto sono parole nella mia mente, immagini che si mischiano al video, ricordi di altri voli senza memoria verso chissà dove, chissà quando. Un tunnel.
Il volo diventa uno spazio virtuale, un luogo sospeso, una specie di obbligata terapia del cervello.
Sembra che in fondo nessuno sia interessato a fare due parole, quelle disinteressate, giusto per scoprire per quale oscuro fato, sederi cosi lontani sulla terra si sono ritrovati accanto in mezzo alle nuvole. E cosi’ oltre ai deliri mentali, mi ritrovo anche in silenzio a pensare al mondo intero, il passato, il futuro.
Film dopo film, pagina dopo pagina e birra dopo birra scendo piano piano in uno stato di coscienza “aerea”, leggera. Come questo grande 747, sospeso tra le nuvole, lo spirito, seppur di poco, si stacca dal corpo volteggiando sopra le cappelliere.
Dal thriller passo ad un “action movie”, poi un cartone, poi una commedia romantica, americana, scontata ed idiota. Mi ritrovo con gli occhi lucido commosso ed emozionato addentando il dolcino chimico del catering.
Pianto raramente ed in poche occasioni: per gli amici perduti, per errori passati e per i film che guardo dopo 5-6 ore di volo. Quando oramai lo spirito sta vagando per la business, lontano da me, l’anima si spande aspettando con trepidazione un lieto fine banalissimo ed un po’ stupido. Ma rimango lo stesso beatamente contento come se avessi visto un Oscar!
La mia vicina sta guardando le news della BBC, mi osserva di nascosto, un po’ dubbiosa.
Faccio finta di niente e metto su un documentario National Geographic sulle meduse. Con questo dovrei riuscire a recuperare il mio svolazzante spirito in tempo per l’atterraggio.

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La svolta di Cuba

da Repubblica.it

L’AVANA – Nuova svolta a Cuba 1. Per la prima volta dopo oltre 50 anni saranno autorizzati i viaggi all’estero per turismo. Il governo sta valutando la possibilità di “permettere ai residenti cubani di lasciare il Paese e viaggiare come turisti”, si legge in una delle 313 riforme economiche proposte dal VI congresso del Partito
comunista di Cuba (Pcc) un mese fa, ad aprile. Il documento che dà conto di quelle proposte, pubblicato oggi, non fornisce dettagli sulle procedure di autorizzazione, ma ufficializza i primi cambiamenti già anticipati dal presidente 2 Raul Castro (video 3). Attualmente per uscire dal Paese i cubani devono presentare una richiesta a pagamento di 150 dollari, che può tuttavia essere respinta. I viaggi all’estero vengono limitati a 30 giorni e le spese per l’autorizzazione ammontano a circa 400 dollari. Una sintesi di 48 pagine del testo relativo alle “Linee sulla politica economica e sociale del Partito e la Rivoluzione” è in vendita da oggi nelle edicole dell’Avana e delle altre maggiori città. Continua a leggere

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Telex da Cuba

Everly Lederer e K.C. Stites crescono nella Cuba degli anni Cinquanta, prima della rivoluzione di Castro. Figli di funzionari americani alle dipendenze della United Fruit, vivono all’interno di un’enclave circondata da piantagioni di canna da zucchero. I tropici sono un paradiso, per i ragazzi, che però osservano con occhi innocenti ma ben aperti e intelligenti i vizi e i tradimenti degli adulti – gli eccessi di alcol, le relazioni clandestine, le gerarchie di razza e di classe, la violenza. All’Avana, a soli mille chilometri ma già in un altro mondo, una ballerina di cabaret insieme a Christian de la Mazière, un affascinante agitatore francese, si fanno coinvolgere nelle trame del sottobosco politico ai tempi di Batista. Quando l’azione rivoluzionaria arriva alle piantagioni della colonia americana, i due ragazzi scoprono la brutalità dei genitori e dei loro conoscenti. A quei tempi le notizie importanti e urgenti arrivavano via telex, e con la stessa urgenza, da un tempo e un luogo quasi dimenticati, il romanzo di Rachel Kushner arriva al lettore.

da: http://www.ibs.it/ebook/Kushner-Rachel/Telex-da-Cuba/9788852014383.html

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Adiós Fidel – Fede e dissenso nella Cuba dei Castro

Cuba è a una svolta. Il passaggio di consegne fra Fidel Castro e il fratello Raúl, avvenuto nel 2006, è al centro di analisi e di interrogativi nelle cancellerie di mezzo mondo, a cominciare dagli Stati Uniti. Senza la guida carismatica del Lider Máximo, la dittatura continuerà a resistere alla pressione internazionale? E quale risposta darà alle incalzanti richieste di apertura e di democrazia provenienti dalla società civile, che ha trovato nella Chiesa un importante mediatore? A Cuba l’opposizione ha il volto di Orlando Zapata, morto il 23 febbraio 2010 a 42 anni, dopo 85 giorni di sciopero della fame contro la dittatura. Ma in molti continuano la sua lotta, in modi diversi: dai dissidenti Guillermo Fariñas (Premio Sakharov 2010 del Parlamento europeo) e Héctor Maseda Gutiérrez alle Damas de Blanco, dalla blogger Yoani Sánchez allo scomodo Canek Guevara (nipote del Che), allo scrittore Roberto Ampuero, fino ai preti e ai vescovi cattolici che operano sull’isola, il cui attivismo è certamente una delle novità più importanti degli ultimi anni. Le voci di tutti loro raccontano in questo libro i sogni e le speranze di una nuova generazione di cubani che sente più che mai vicina la libertà. Prefazione di Guillermo “Coco” Fariñas.

http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788871809090/adios-fidel.html

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Current TV

Fidel Castro ha resistito a 9 presidenti USA. Cosa accadra’ con Obama? Dalle testimonianze dei giovani cubani a Miami alla voce di coloro che non hanno lasciato mai l’isola e aspettano dei cambiamenti.

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La storia mi assolverà (…mah)

«È stato in questo continente e in quest’epoca che l’avventura caparbia di pochi giovani in uno dei paesi più poveri del mondo ha cominciato a cambiare la Storia, ad appena centocinquanta chilometri dal più potente paese capitalista del pianeta.»

Fidel Castro le ha messo a disposizione gli archivi personali e governativi, oltre alla testimonianza diretta di persone a lui vicine: così la giornalista Claudia Furiati ha ricostruito la figura pubblica e privata di uno dei protagonisti del ventesimo secolo, che ha segnato in modo indelebile la storia del suo paese e del continente americano. La gioventù ribelle, gli studi universitari che sfociano nella lotta contro la seconda dittatura di Batista e la condanna al carcere, l’esilio in Messico fino all’imbarco con ottantuno ribelli sul vecchio panfilo Granma. Poi i due anni di lotta nella Sierra Maestra, durante i quali l’atto isolato di pochi coraggiosi si trasforma nella Revolución che travolgerà l’intera società cubana. Infine gli anni del potere, in cui la vita del líder máximo e la storia di Cuba diventano una cosa sola.

http://saggiatore.it/catalogo/la-storia-mi-assolvera-3/

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Comandante, un film di Oliver Stone


Ci sono registi che, a un certo punto della loro carriera, hanno il coraggio di abbandonare temporaneamente la fiction a favore del documentario. Lo hanno fatto maestri come Louis Malle e Wim Wenders, lo fa Oliver Stone con questo ritratto di un altro Presidente (dopo l’assassinio di JFK e la psicopatologia di Nixon). Questa volta pero’ non si tratta di mettere in scena un personaggio ma di consentire a chi personaggio lo e’ gia’ di rivelare un po’ della sua umanita’. Stone, da anarchico di destra quale e’ nel senso piu’ alto del termine, sfida ancora una volta i benpensanti americani e propone loro il ritratto di uno di quei ‘principi del male’ che ai loro media piace tanto creare. Lo fa con trenta ore di riprese di cui monta 90 minuti. Ne emerge l’uomo Castro con tutta la sua passione e con tutta la sua astuzia. Il rapporto tra i due e’ aperto e alla pari. Dinanzi a uno Stone che conferma di avere ricevuto un’onorificenza per il suo comportamento in Vietnam Castro non ha nulla da eccepire così come il regista non forza la mano sulla polemica per non far chiudere in difesa il suo protagonista. Montato come solo Stone riesce a farsi montare le proprie opere e girato con quattro telecamere questo è uno di quei documentari che, indipendentemente da come la si pensi politicamente, non fanno rimpiangere la fiction. Presentato alla Berlinale 2003 con messaggio del Comandante che si scusava per non aver potuto intervenire per motivi di opportunità politica.

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=34326

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Che, l’argentino


Il 26 novembre del 1956 il medico argentino Ernesto Guevara salpa alla volta dell’isola di Cuba con un giovane avvocato di nome Fidel Castro e altri 80 ribelli determinati a rovesciare la dittatura di Fulgencio Batista con una rivoluzione. Medico, stratega e instancabile guerrigliero, il “Che”, alla guida di una colonna di uomini, dopo un lungo faticosissimo periodo sulla Sierra Maestra, conquista la città di Santa Clara e si riunisce ai compagni per marciare su L’Avana. Continua a leggere

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La storia siamo noi: Fidel

18 febbraio 2008: Fidel Castro annuncia il ritiro per motivi di salute. In carica da 49 anni, dal 2 gennaio 1959 quando in marcia trionfale entra all’Avana, capitale di Cuba.  L’unico soprravvissuto della Guerra Fredda e il capo di governo rimasto in carica più a lungo nella storia. Una figura carismatica: per alcuni un dittatore feroce, per altri un leader del terzo mondo.

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/

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La storia siamo noi: la crisi dei missili

La crisi dei missili di Cuba fu un conflitto che contrappose USA e URSS: la posta in gioco era lo spiegamento di missili sovietici nell’isola di Cuba, dove aveva appena preso il potere Fidel Castro. Gli Stati Uniti, il cui obiettivo a quel punto era di stroncare sul nascere il nuovo regime, nella persona del presidente Kennedy, approvarono un piano di invasione dell’isola e addestrarono e appoggiarono gli esuli cubani che sbarcarono nella Baia dei Porci. L’operazione fallì ma ebbe un significato politico enorme al punto che Cuba chiese e ottenne da Mosca l’installazione di batterie di missili nucleari sul proprio territorio.Ma quando gli aerei-spia americani li scoprirono (15 ottobre del 1962) la risposta di Kennedy fu immediata: il Presidente USA ordinò il blocco navale dell’isola. Mai durante la Guertra Fredda si era giunti a un punto così alto di tensione fra i due blocchi con il rischio che il conflitto degenerasse. Fu allora che Krusciov ordinò il ritiro dei missili, ma a una condizione: la promessa dell’indipendenza di Cuba dagli Stati Uniti.

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La storia siamo noi: la baia dei porci

Nel febbraio 1960, l’acquisto di petrolio dall’Unione Sovietica mette in crisi le relazioni diplomatiche di Cuba con gli Stati Uniti. Di fronte alle ostilità americane, il governo rivoluzionario decide la nazionalizzazione dell’agricoltura e delle industrie attuata e vincola l’economia dell’isola agli aiuti economici dall’URSS.

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/

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La storia siamo noi: la rivoluzione al potere

Le forze rivoluzionarie cubane, cacciati gli uomini di Batista e arrivate al potere, sono gestite con decisione e fermezza da Castro e i suoi fedelissimi. Il governo rivoluzionario, oltre a primi provvedimenti di riforma sociale, con metodi brutali e l’arresto degli oppositori inizia a dimostrarsi come un regime autoritario.

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/

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La storia siamo noi: la rivoluzione cubana

Le forze ribelli di Castro, nascoste sulle montagne della Sierra Maestra, scendono e conquistano le maggiori città di Cuba fino alla marcia trionfale del 2 gennaio 1959 all’Avana, che segna la vittoria della Rivoluzione.

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/

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Notturno Avana

L’Avana, oggi. Sulle onde dell’oceano che sferzano le massicce mura del Malecón, tra luci al neon intermittenti e rumori di vecchie automo – bili americane, si riflettono l’anima e il fascino della capitale cubana. Imponenti alberghi, sfarzosi o in rovina, ricordano la grandezza dell’impero eretto dalla mafia dopo la Seconda guerra mondiale, quando, con in tasca la complicità del go – verno del Presidente Fulgencio Batista, Charles «Lucky» Luciano e Meyer Lansky posero gli occhi sull’Avana. In poco tempo Lansky, l’ebreo americano, trasformò L’Avana nel paradiso dell’illegalità: gioco d’azzardo, grandiosi numeri di varietà, performance a base di mambo e sesso attiravano turisti da tutto il mondo, soprattutto dall’euforica America postbellica. Mentre ballerine svestite camminavano per strada e artisti come Frank Sinatra si esibivano sul palco dell’Hotel Nacional, Cuba covava sulle colline i germi della Rivoluzione. Il giovane avvocato Fidel Castro Ruz e il medico argentino Ernesto «Che» Guevara cospiravano per rovesciare il regime di Batista. E con il «Manifesto della Sierra Maestra», il Movimento di Castro si dichiarò nemico giurato della mafia cubana. Sarebbe stata guerra all’ultimo sangue. Notturno Avana svela una storia mai raccontata. Attraverso interviste agli ultimi testimoni, filmati inediti e fonti d’archivio, ricostruisce lo scontro militare, politico e culturale, tra la Cuba della mafia e della dissolutezza e quella della Rivoluzione. T.J. English riavvolge il nastro della memoria fino agli anni cinquanta, e con il sapore del romanzo e la veridicità di un’inchiesta ridà vita al quadro cangiante e autentico della Cuba di mezzo secolo fa.

http://saggiatore.it/catalogo/notturno-avana/

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Perchè “Notturno cubano”

Una nuova partenza è, in fondo, una nuova sfida. Amo questo momento: è puro viaggio senza le paure di una partenza vera. Ci si può immergere a capofitto nello studio di un altro posto, di un’altra storia, di un altro pezzo di mondo. Nemmeno fossi io il “nostro uomo all’Avana”, studio il mio obiettivo accumulando i libri sul comodino, assediando le libraie che  smanettano disperate sul campo di ricerca dei loro database: “CUBA”.

La rivoluzione, Santa Clara, Playa Giron, il treno blindato, l’Hilton dell’Avana e la Caserma Moncada di Santiago. Da una settimana sono immerso in una storia complessa ed affascinante che ha condizionato come poche questo secolo. I documenti sono tantissimi, le opinioni infinite. Cerco di farmi la mia cercando il più possibile di ricostruire la vicenda in maniera oggettiva, di considerare le condizioni del 1959 per valutare i fatti dell’epoca. Ma per l’attualità siamo in un campo povero in tutti i sensi. Oggi cerco l’ultimo libro della più famosa blogger Cubana anche se so già che non mi basterà. Il documentario di Stone è per molti aspetti limitato e poco coraggioso sulle zone d’ombra del regime. La “Storia di Cuba” di Moscato non ha la statura del saggio che vorrebbe essere, facendo incursioni profonde in aspetti non delineati nel contesto generale. Inizio ora un’autobiografia di Castro che essendo autorizzata non credo mi dia grandi contributi sulla condizione attuale dei Cubani.

Ma il libro che mi ha ispirato più di tutti è Notturno Avana di T.J. English. Il sottotitolo racconta da solo il tema: “Mafiosi, giocatori d’azzardo, ballerine e rivoluzionari nella Cuba degli anni cinquanta”. Eh? non male vero?

E’ un ritratto lucido di un momento storico unico che ha creato le premesse di una rivoluzione considerata impossibile, contro la più grande potenza militare ed economica mondiale. Nella filosofia politica dell’epoca un sogno che si fa realtà, nella retorica “la vittoria del popolo contro l’imperialismo nordamericano”. La domanda è molto molto banale: in che maniera il sogno di libertà si è trasformato in una conclamata dittatura?

Non lo so, chiedetelo ad un professore, io sono solo un agente di viaggi. Ma datemi ancora un po’ di tempo e vi dirò la mia.

Buona lettura

Pietro

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